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Giovedì, 06 Settembre 2018 16:23

La Terapia della Bambola alla "Città della salute" di Torino

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Lunedì, 06 Agosto 2018 19:58

ASP DANIELE MORO - GIOCO SI-LO E BERSAGLIO

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Il gioco presso la "Casa di Giorno" (Centro Diurno-Centro Alzheimer).

"L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare"

(G.B.Shaw).

 

Lunedì, 11 Luglio 2016 12:44

Formazione Gioco Maria Silvia Falconi

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Il video del corso di formazione

 

Lunedì, 21 Settembre 2015 09:00

Neuro-Geriatria: Dott.Ferdinando Schiavo Intervista

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Per invecchiare bene sappiamo quanto sia importante  mantenere attiva la mente e il corpo, avere uno stile di vita sano fin da giovani e non far mai mancare stimoli sociali e culturali. Ma nonostante questo le fragilità fisiche e psichiche della terza età sono molte, e le attenzioni da porre alle varie problematiche devono essere mirate e personalizzate per far sì che la qualità della vita, nonostante le malattie croniche e i tanti farmaci assunti, sia comunque buona. E per far questo è fondamentale una attenta anamnesi delle condizioni fisiche e psichiche, una scelta oculata dei farmaci per  evitare effetti collaterali (che talvolta mimano anche patologie neurologiche come un parkinsonismo) e interazioni, unavalutazione del declino cognitivo e una attenzione all'ambiente in cui gli anziani vivono per evitare il rischio cadute che tante conseguenze porta con sè. E per parlare di tutte le problematiche legate alla terza età abbiamo incontrato il Dott. Ferdinando Schiavo, Specialista in Neurologia, che ha recentemente pubblicato il libro "Malati per forza" in cui "per forza" si riferisce al fatto che spesso una politerapia -  necessaria per tenere sotto controllo le varie patologie -  porta con sè anche il rischio di ulteriori difficoltà. Tanto più che molto spesso i farmaci utilizzati (antidepressivi,ansiolitici, benzodiazepine, ma anche farmaci più comuni come antiemetici o antidolorifici) non vengono mai testati sugli anziani e quindi è sempre estremamente difficile individuare il rischio beneficio. E proprio per ridurre il carico di farmaci -  o ritardarne il più possibile l'utilizzo -  è importante invecchiare in buona salute   - e alimentazione e attività fisica giocano un ruolo prioritario in questo -  per far sì che magari un diabete o una ipertensione possano  insorgere il più tardivamente possibile evitando quindi il ricorso a molecole di sintesi per riportare i valori nella norma. E parlando di anziani non si può non parlare di fragilità fisica (mancanza di equilibrio e perdita di tono muscolare portano spesso a cadute con conseguenti fratture) che può essere gestita creando per loro un ambiente a misura (le case per gli anziani devono prevedere ausili e device che li aiutino a non correre rischi, ma anche essere prive di ostacoli banali come ad esempio i tappeti) e di declino cognitivoche talvolta è solo un lieve appannamento delle capacità cognitive, ma purtroppo spesso è solo l'inizio di una demenza come ad esempio l'Alzheimer, patologia che destabilizza tutta la famiglia che deve essere aiutata ad elaborare un lutto quale la "perdita" emotiva del proprio caro. Anche la depressione o l'apatia sono caratteristiche da non sottovalutare nell'anziano e il trattamento farmacologico deve essere adeguato e tempestivo. Da ultimo parliamo anche dell'importanza del rapporto medico paziente quando si è in presenza di un paziente anziano con patologie croniche e il Prof. Schiavo ci ricorda i quattro cardini dell'alleanza terapeutica e che devono ispirare ogni medico: empatia (devo comprendere ciò che provi), informazione (hai il diritto di conoscere le tue malattie e le tue terapie), comunicazione (devo trovare il tempo di parlare con te per ascoltare e spiegare) e professionalità (devo fare il possibile per curarti al meglio) per far sì che l'ageismo (e cioè l'atteggiamento che sottovaluta le problematiche degli anziani ) sia sconfitto per sempre e ogni anziano riceva le migliori cure non necessariamente per guarire ma per garantire la miglior qualità di vita possibile.

Lunedì, 11 Maggio 2015 07:49

Joy Lofthouse ritorna a pilotare un caccia all'età di 92 anni

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Lunedì, 13 Ottobre 2014 20:03

Doll Therapy

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La terapia che adotta l'uso delle bambole, chiamata anche "Doll Therapy" ha origine con il contributo della terapeuta Britt-Marie Egedius-Jakobsson in Svezia, in un paese specializzato nella produzione di questi oggetti da gioco o da abbellimento domestico.

Essa consiste nel ricorso all'oggetto bambola, che riveste gradualmente un significato simbolico in grado di aiutare a migliorare il benessere delle persone con problematiche che compaiono generalmente in età avanzata, quali le demenze senili, come l'Alzheimer ed alcune patologie psichiatriche gravi caratterizzate da disturbi del comportamento.
Le sue azioni possono realizzarsi sia a livello preventivo che di cura.